Noi

ELISABETTA FAGIUOLI è una metafora della sua terra: ti accoglie come la sua terra ti accoglie, con il sorriso certo della gioia di ospitare: ti espone la sua visione del mondo e ti aggredisce con la stessa forza di questa cultura millenaria e l’accetti, comunque, per l’eleganza dell’eloquio e del gesto: sa essere ferma e dura, controcorrente e solitaria ma mai sgradevole, mai violenta, con lo stesso portamento che hanno le torri battagliere di San Gimignano, che ha di fronte, innestate, per un miracolo dell’uomo, in declivi armonici piantati a vigna ed ulivo… Sul Poggio di San Gimignano.
LUIGI VERONELLI: I Vignaioli Storici , 1989

Sergio il Patriarca
Un uomo mite di cuore ma forte come una quercia che ha protetto, sostenuto Montenidoli negli anni difficili. La grande quercia di Montenidoli è caduta assieme a lui, alla sua morte. E’ stato un grande psicologo ed un vero educatore. Il tempo si fermava per tutti quelli che venivano a trovarlo. Sapeva entrare nell’animo di chi incontrava e le conversazioni non avevano fine. Ha portato un vento di amore, di amicizia, di collaborazione e ha creato la bella famiglia di Montenidoli.

INCONTRI

I Signori del vino che hanno onorato Montenidoli.

André Tchelistcheff : “Per fare un grande vino si comincia da tre cose: una terra vocata, molta aria e molta luce”. André è venuto a visitare le vigne e a controllare le vasche di Montenidoli.

Henry Jayer : “il tuo vino distrugge le mie papille gustative: vieni e assaggia il mio” e mentre io degustavo mi spiegava in parole semplici che cosa è il miracolo di un grande vino.

Giulio Gambelli: lo ho incontrato per caso in laboratorio, alle otto di mattina, davanti a una lunga fila di bicchieri …“puoi assaggiare con me”, mi disse. Da quel momento siamo diventati grandi amici e tornavo spesso a degustare il Sangiovese con lui.

Giacomo Tachis: sono andata a trovarlo e gli ho chiesto: come si fa un grande vino? Mi ha risposto, guardando le mie gambe, “leggi libri di cucina”. Lo ho preso per buono e da allora mi sono messa i pantaloni e ho imparato a fare lieviti e a fermentare frutta in cucina.

Carlo Corino: Un Signore del Piemonte che era andato in Australia a fare il vino. Grazie a Diego Planeta è tornado in Italia. E’ stato un mago nell’arte delle degustazioni e degli assemblaggi.

Ruben Larentis: un perfetto assaggiatore astemio. E’ campione in Italia nella vinificazione  “méthode champénoise”  e spesso le sue bottiglie superano quelle dello Champagne. I suoi modi sono semplici e diretti, fatti di una costante e grande attenzione.

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