Dal 1200 al 1350: da libero Comune a satellite di Firenze: per centocinquanta anni l’astro di San Gimignano brilla di luce propria. In quel tempo gli scambi erano possibili in tutto il mondo conosciuto. Nella Cristianità pellegrini, monaci, nobili, re, imperatori e mercanti si spingevano, oltre la via Romea e la Cattedra di San Pietro, verso la Terra Santa, ad incontrare le raffinatezze dell’Islam, e ancora più avanti, tra monasteri Buddisti e templi Indù, fino alla disciplina di Confucio e alla civiltà Taoista di Pechino, dove il Gran Khan dell’impero mongolo non riceveva soltanto Marco Polo.
Il questo splendore di contatti e di comunicazioni San Gimignano è una tappa quasi obbligata. Lo Spedale di Santa Fina, La Collegiata, il Castello, le torri sono l’orgoglio dei cittadini che possiedono fondaci in Asia Minore e frequentano le grandi fiere che cominciano ad aprirsi nel Nord Europa. I palazzi si ornano di motivi architettonici, desunti dagli stili più diversi, i cavalieri Templari, del Sacro Ordine di Gerusalemme, scolpiscono la loro croce sui frontoni delle Chiese. Gli affrescatori raccontano le storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, popolandole del brulichio di questa nuova vita. Il rigido misticismo che aveva governato il Medio Evo lascia il posto alle delizie della vita terrestre, come ci testimoniano i pittori di Siena e di San Gimignano, in un messaggio rimasto unico per luce, equilibrio e perfezione.
Con la chiusura della via della seta e il fanatismo degli Ottomani si alzano le barriere: il tentativo di Cristoforo Colombo di aggirarle sarà illusione: finisce il sogno dell’unione dei due Vecchi Continenti. In Europa l’Ora et labora” dei centri benedettini, che scandiva il trascorrere della giornata, darà al tempo occidentale un ritmo diametralmente opposto a quello dell’Asia. San Domenico ed i suoi Santi Padri aiuteranno la Chiesa a tramutarsi in unico presidio della verità. L’uomo, ormai padrone della terra, diventa l’Eroe del Rinascimento in Europa, capace di imprigionare lo Spirito nella Forma. Comincia il nostro tempo. San Gimignano si addormenta nella sfera di Firenze; Siena, troppo raffinata per accettare nuove vie, si ripiega in se stessa in memore, elegante, aristocratico riserbo.