Terroir

ECOSISTEMA

Montenidoli: 200 ettari di bosco sulla collina sopra San Gimignano, di fronte al Chianti Classico, tra Firenze e Siena.

E’ una terra incontaminata, alta sulla collina, che respira rigogliosa nell’aria pura, rispettata da ogni forma  di veleno chimico, inventato dagli uomini. Nel 1965 non c’erano più contadini, decimati da due guerre mondiali e dal richiamo dell’industria nelle grandi città.  Il bosco si era impadronito dei campi, gli olivi erano inselvatichiti e le viti ricoperte dai rovi. Tutto era tornato alla natura.

Ci siamo chinati su questa terra per interrogarla e proteggerla da ogni tipo di inquinamento. Abbiamo allevato conigli per usarne il concime, prezioso quanto quello del guano; abbiamo allevato lombrichi per  dare humus ai campi. Le potature, solo invernali, durante il letargo della vegetazione, sono tritate e fatte fermentare, per restituirle alla terra. Tutto è guidato dal tempo e dalle stagioni.

TERRENI

Sulle pendici, tra i 250 e i 400 metri, durante il periodo Quaternario, il mar Ligure ricopriva le vallate con acque tranquille.

Un luogo ideale per ospitare un gran numero di crostacei e di molluschi. Questi animali sono stati i nostri primi antenati e ci hanno lasciato una preziosa eredità. Grazie a loro il suolo bianco è sabbioso, calcareo, ricco di sedimenti marini: ideale per le nostre uve bianche.

Nella parte più alta, tra i 400 e i 600 metri di altezza, troviamo la roccia cavernosa del Triassico, dove l’acqua penetra tra le fessure e va a formare un grande lago sottostante. La terra è rossa e ricca di minerali diversi: ideale per le nostre uve rosse.

BOSCO

Un bosco misto ricopre la maggior parte della collina: sono grandi querce, lecci sempreverdi.

Sono numerosi gli ornielli, chiamati “il Frassino della manna” per le nuvole bianche della fioritura, durante la primavera; i suoi frutti, le sue foglie d’estate sono commestibili; il suo manto si accende di colori smaglianti durante l’autunno. Sono presenti pini marittimi e pini austriaci, per la felicità degli scoiattoli.

Una grande varietà di cespugli, tipici della macchia mediterranea, ricopre il sottobosco: il mirto, il ginepro, l’alloro, il corbezzolo con i suoi fiori ed i suoi frutti sempre presenti, la ginestrella dalle tenere foglie che annuncia la primavera con i suoi fiorellini gialli, la ginestra che invade prepotente ogni spazio libero. Il terriccio è ricco di microflora e microfauna: funghi d’autunno e d’inverno, l’elleboro, le violette, i ciclamini. Varietà di essenze e profumi che invadono intorno gli appezzamenti coltivati a olivete e a vigneto.

OLIVI

Sono su questa terra da almeno 3.000 anni, fin dal tempo degli Etruschi:

il Moraiolo dalle bacche nere, piccole e tondeggianti, e il Correggiolo dalle bacche verdi, ovali e più grandi. Sono un matrimonio perfetto tra il corpo delle olive nere e i profumi delle olive verdi. L’olio di questa collina è chiamato “l’oro del contadino”.

VIGNETI

Ci racconta Erodoto come il figlio del re della Lidia, Tirreno, per sfuggire ad una carestia, si sia fatto costruire delle navi a Smirne, le abbia caricate di semenze e barbatelle e, assieme ai suoi compagni, si sia imbarcato verso il “Far West”.

Sbarcati sulle coste adriatiche, attraversando l’Umbria, sono arrivati in Toscana. Erano gli Etruschi: gente allegra e festosa che coltivava la vigna e che amava banchettare con tante belle coppo di vino. La chiave di volta di un arco Etrusco si è trovato anche a Montenidoli. Forse la Vernaccia, da “vernaculus” che vuol dire del luogo, è stata portata e vinificata da loro, assieme a tante uve a bacca rossa.